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La ricerca di laureati nel mercato del lavoro italiano: sfide e opportunità

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La crescente domanda di laureati nel mercato del lavoro italiano

Nel contesto degli esami di maturità in corso, il sistema aziendale italiano lancia un appello agli studenti, incoraggiandoli a proseguire gli studi universitari. Questo invito è motivato da una significativa necessità di laureati nel mercato del lavoro.

Secondo i dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2023 le imprese italiane dei settori dell’industria e dei servizi hanno pianificato l’assunzione di oltre 768mila laureati. Questa cifra rappresenta il 13,9% dei 5,5 milioni di contratti di lavoro programmati. Tuttavia, emerge una criticità rilevante: le aziende incontrano difficoltà nel reperire quasi un laureato su due, equivalente a 376mila figure professionali.


L‘indirizzo di laurea più richiesto risulta essere quello economico, con 223mila contratti programmati. Seguono gli indirizzi di ingegneria, con una domanda complessiva di 162mila profili, suddivisi tra ingegneria industriale, civile e architettura, elettronica e dell’informazione, e altri indirizzi ingegneristici. Anche i settori dell’insegnamento e formazione, sanitario e paramedico, e scientifico-matematico-fisico-informatico registrano una domanda significativa.


Le difficoltà di reperimento riguardano il 49% delle assunzioni previste di laureati, un dato in aumento rispetto al 2019. La principale causa, nel 62,9% dei casi, è attribuita a un “gap di offerta”, ovvero una scarsità di candidati disponibili, particolarmente evidente in ambiti come statistica, settore sanitario e paramedico, medico e odontoiatrico, e chimico-farmaceutico.


Tra le professioni considerate “introvabili” spiccano gli ingegneri elettrotecnici, gli ingegneri dell’informazione, le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche, i tecnici gestori di reti e sistemi telematici, i farmacisti, gli specialisti in terapie mediche e i medici generici.

 

Nonostante queste difficoltà, i dati di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati mostrano un quadro incoraggiante. Nel 2022, il tasso di occupazione a un anno dal conseguimento del titolo si attesta al 75,4% per i laureati di primo livello e al 77,1% per quelli di secondo livello, confermando un trend positivo rispetto agli anni precedenti. Le prospettive migliorano ulteriormente a cinque anni dalla laurea, con tassi di occupazione che raggiungono il 92,1% per i laureati di primo livello e l’88,7% per quelli di secondo livello.

 

Particolarmente elevati risultano i tassi di occupazione a cinque anni dalla laurea per gli indirizzi di ingegneria elettronica e dell’informazione, statistica, ingegneria industriale e nell’area scientifica, matematica, fisica e informatica, con percentuali che superano il 95% in alcuni casi.

 

Questi dati delineano un mercato del lavoro dinamico per i laureati in Italia, caratterizzato da una forte domanda in settori specifici e buone prospettive occupazionali nel medio termine. Tuttavia, permane la sfida di colmare il divario tra la domanda delle imprese e l’offerta di profili altamente qualificati, un aspetto cruciale per lo sviluppo economico e l’innovazione del paese.

fonte: ravennatoday

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